Condensa, ponte termico e punto rugiada

Condensa, ponte termico e punto rugiada

Perché sulle pareti in corrispondenza dei ponti termici aumentano le probabilità che si possa formare la muffa?

Il vapore acqueo, presente nell’aria, quando entra in contatto con un qualsiasi tipo di materiale che presenta una temperatura inferiore alla “temperatura di rugiada”, condensa superficialmente. Su supporti porosi, come pareti e soffitti, questa condensa, crea accumulo di umidità nei pori e non riuscendo ad evaporare porta ad una conseguente formazione di muschi, alghe e muffe.
Mentre, su supporti lisci e poco porosi, come pareti smaltate, vetri, alluminio, PVC, la formazione di condensa superficiale è visibile, quindi facile d’asportare rendendo rara la formazione di muffe, senza però escluderne le probabilità in corrispondenza di infissi e in zone non isolate in modo adeguato.

Come eliminare il ponte termico

Eliminare il ponte termico in abitazioni di vecchia costruzione non è mai facile, in realtà, non potremmo nemmeno parlare di eliminazione del problema ma di correzione. Le soluzioni valide sono molteplici di seguito ne conosceremo alcune:

Soluzione 1: Applicazione pittura anticondensa

Le pitture termoisolanti (a parere mio termine sbagliato riferito ad una pittura, l’utilizzo pare quasi ingannevole da parte dei produttori) chiamate anche pitture ad effetto termico, o meglio pitture anticondensa sono composte da microsfere cave di vetro o ceramica, efficaci nel risolvere problemi di ponte termico. Riescono ad uniformare la temperatura delle pareti, evitano l’escursione termica tra la temperatura interna ed esterna e limitano la formazione di condensa. Da applicare sulle superfici e le zone più fredde come le pareti esposte a nord, o nei punti in cui si hanno ponti termici dovuti alla presenza di elementi strutturali in calcestruzzo tipo colonne o travature tra parete e soffitto.
Le pitture anticondensa funzionano e sono efficaci, ma consiglio l’applicazione di un ciclo anticondensa completo composto da detergente antimuffa, sanificante liquido, idropittura anticondensa ed infine pittura igienizzante per ottenere il miglior risultato.

Soluzione 2: Cappotto termico interno con polistirene

Realizzare un cappotto interno isolante applicando sulle pareti delle lastre di polistirene o polistirolo potrebbe essere la scelta ideale nel caso tu abbia problemi di budget e voglia fare un intervento veloce e economico. Oppure, in una casa asciutta potrebbe andare bene per risparmiare sul riscaldamento e ridurre ponti termici che possano formare umidità di condensa e muffa, ma tutto questo è vero solo teoricamente.
Se invece un professionista ti consigliasse un cappotto interno di questo tipo fai molta attenzione, non è detto sia risolutivo.
In questo caso il cappotto interno potrebbe migliorare i problemi di ponte termico, ma potrebbe creare un problema di condensa interstiziale, tra l’altro l’impiego di materiali non traspiranti rischia di aumentare l’accumulo di umidità interna.

Soluzione 3: Cappotto termico interno con sughero

Forse sarà la migliore soluzione, ma non la più economica, realizzare un cappotto interno isolante traspirante utilizzando il sughero. Il sughero è un materiale naturale dalle proprietà eccezionali, utilizzato da sempre per proteggere, isolare e sigillare.

Isolamento con pannelli di sughero

Puoi scegliere di utilizzarlo a rotoli o a pannelli, intonacato oppure vista, preaccoppiato con il cartongesso o anche interposto, le soluzioni sono varie e vari sono gli spessori. I pannelli di sughero puoi decidere di applicarli sia su tutta la superficie oppure su una parte di essa in base alle tue esigenze.

La soluzione perfetta vista la sua elevata traspirabilità, per evitare la concentrazione di condensa e umidità per risolvere in maniera naturale problemi di muffe; inoltre tra le proprietà non dimentichiamo l’ottimo potere termoisolante ed acustico con un buon potere fonoassorbente.
In ambito dell’anticondensa risulta essere un materiale eccezionale, poroso, permette all’aria umida di attraversarlo senza difficoltà. Non creando quindi alcuna condensa né alcun tipo di muffa.

Il sughero è difficile che possa deteriorarsi non permettendo all’acqua di stagnare al suo interno, quindi avrà una durata illimitata.
Inoltre, resiste al fuoco ed è autoestinguente, privo di colle, antistatico, non emette né assorbe odori, atossico, non presenta controindicazioni per la salute né per l’ambiente.

Il cappotto in sughero in ottica della bioedilizia può essere realizzato sia in interno che in esterno, può essere un’ottima soluzione per edifici nuovi e per costruzioni già esistenti in fase di ristrutturazione.

Soluzione 4: Cappotto termico esterno

Per problemi importanti, riguardanti le pareti perimetrali la soluzione migliore resta quella di creare un isolamento mediante cappotto termico esterno da applicare all’esterno, sto parlando di interventi strutturali importanti dove necessita un investimento sia di denaro che di tempo e i lavori andrebbero fatti affidandosi ad una ditta di posatori qualificati che faccia sia la fornitura che la posa in opera di un sistema a cappotto certificato.